Sempre più popolare negli ultimi anni, la dieta chetogenica è un regime alimentare che fornisce un apporto ridotto di calorie giornaliere, quasi completamente provenienti da grassi e proteine (80-90%), con un consumo minimo di carboidrati. Infatti, normalmente non si consumano più di 50 g di carboidrati al giorno. Grazie a tale apporto minimo, il corpo viene forzato ad usare i grassi come fonte energetica primaria, attraverso la produzione di corpi chetonici.

Spesso demonizzata perché poco bilanciata e basata sul principio che i carboidrati siano i responsabili di un eccessivo peso corporeo (cosa non veritiera), in realtà questo tipo di dieta si è mostrato utile nel trattamento di alcune patologie e nei soggetti che non riescono a perdere peso corporeo in eccesso seguendo diete più equilibrate dal punto di vista nutrizionale.

Non si tratta di un regime alimentare pensato per essere mantenuto nel lungo termine, infatti è previsto un aumento dei carboidrati ingeriti in modo graduale, anche se sempre in modo controllato.

Quando è utile una dieta chetogenica?

Anche se i cereali ricchi di carboidrati, soprattutto se integrali, sono tra gli alimenti che in maggior misura favoriscono il benessere psicofisico, questo tipo di dieta si è rivelato molto utile nei seguenti casi:

  • Nel trattamento dell’obesità, soprattutto se è necessario un rapido dimagrimento prima di sottoporsi ad una operazione bariatrica.
  • Nei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2, soprattutto nel breve termine, perché permette di tenere sotto controllo la glicemia.
  • In caso di sindrome metabolica, cioè in soggetti che presentano più fattori di rischio cardiovascolare.
  • Nel trattamento dell’ipogonadismo maschile e nella sindrome dell’ovaio policistico.
  • Nei soggetti affetti da epilessia e di alcune malattie neurodegenerative.
  • Nello sportivo, sempre sotto controllo medico, per periodi ridotti e con dosi aggiustate di proteine e zuccheri.

Si tratta di una dieta molto limitante, e per questo raramente consigliata a coloro che vogliono solo perdere pochi chili, a meno che non si soffra di una di queste situazioni specifiche. Basti pensare che, al momento, non sono stati effettuati studi a lungo termine sulla connessione tra la dieta chetogenica e i fattori di rischio cardiovascolari.

Inoltre, questo stile alimentare presenta effetti collaterali a breve e a lungo termine, come stanchezza, spossatezza, disturbi gastrointestinali, aritmie cardiache, calcolosi renale, stipsi, alitosi, crampi, emicrania, diarrea, deficit multipli di vitamine e minerali e ipoglicemie nei soggetti diabetici.

Coloro che sono interessati a seguire una dieta chetogenica dovrebbero farlo solo sotto consiglio (e controllo!) di un professionista, e mai in caso di gravidanza, allattamento, in fase di crescita o se con problemi di cistifellea, renali, pancreatici o metabolici.

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